Misure estreme

“Care famiglie,

pensare di tenere i nostri bambini al sicuro da situazioni potenzialmente pericolose è difficile e porta con sé un senso di tristezza, perché ci costringe ad ammettere che dei danni gravi e improvvisi possono toccare la vita dei bambini. Tuttavia pensarci ha anche un potere rassicurante, perché ci permette di rivendicare il nostro ruolo  di garanti della sicurezza dei nostri figli.

Nel corso dei mesi scorsi abbiamo affrontato molte questioni riguardanti il problema della sicurezza dei nostri asili. Ci stiamo consultando con il Dipartimento di Polizia e stiamo pensando ad una serie di miglioramenti che coinvolgeranno l’edificio, le procedure interne e la formazione del personale.

Una delle procedure che stiamo modificando è il nostro protocollo “lock down”. Il lock down viene utilizzato ogni volta che si presenta una minaccia, un atto violento o ostile nei confronti delle persone. Per questo motivo, insieme alle esercitazioni anti-incendio e anti-terremoto, che fanno parte della nostra routine, includeremo anche nuove esercitazioni lock down.

Diremo ai bambini che a volte ci eserciteremo ad andare fuori per stare al sicuro in caso di emergenza (incendio), altre volte invece ci eserciteremo a chiuderci dentro le classi per stare al sicuro (lock down). La natura specifica delle potenziali minacce non sarà condivisa con i bambini.

In caso si verificasse un caso reale di lock down le famiglie saranno avvisate via e-mail, sito web e messaggio telefonico. NOTA BENE: IN CASO DI LOCK DOWN REALE NESSUNO POTRA’ ENTRARE NELL’EDIFICIO SE NON SARA’ AUTORIZZATO DALLE FORZE DELL’ORDINE.

 Vi assicuriamo che ci sentiamo responsabili per la sicurezza dei vostri bambini e che ce ne occuperemo con la massima serietà.

Sinceri saluti,

Leslie.

(Direttrice dell’asilo)

 Grazie tante Leslie per questa bella e-mail che ci hai inviato di prima mattina, proprio quello che ci voleva per iniziare la giornata in allegria e per farti rimbalzare la colazione nello stomaco.

Dopo il massacro di Sandy Hook dello scorso dicembre è evidente che niente sarà più come prima nelle scuole americane. I bambini si alleneranno regolarmente a reagire nel caso in cui qualcuno inizi a sparare, si eserciteranno a chiudere a chiave le porte, a barricarsi dentro le classi, a rifugiarsi in un angolo e a rimanere in silenzio per almeno 10-15 minuti. Ho letto che una scuola fa simulare gli spari dai professori fuori della porta e che ha fatto sdraiare nei corridoi degli studenti “morti”, sporchi di sangue finto. Quelli che in quel momento si trovano in bagno restano chiusi fuori e devono arrangiarsi, trovarsi un nascondiglio per conto loro.

Mi chiedo se simulare la violenza serva a proteggere i nostri figli. Se queste esercitazioni siano un segno di prudenza o di paranoia. Se una terribile anomalia debba entrare a far parte della routine dei bambini e dei ragazzi. Mi immagino come deve essere arrivare a scuola, tirare fuori i compiti del giorno prima, aprire i libri, ripassare la lezione di storia e poi a un certo punto interrompersi e andarsi a nascondere per evitare che ti sparino. E’ anche vero però che nel 2012 negli Stati Uniti ci sono state 9 sparatorie nelle scuole, nel 2013 già 8.

Io nel frattempo in questi giorni sto compilando i moduli di iscrizione per le scuole italiane di Bibi e Apo per l’anno prossimo, visto che saremo di nuovo a Roma. Saranno scuole pubbliche, statali o comunali, fatiscenti, vecchie e un po’ disorganizzate ma anche gratuite, dotate di ottimi insegnanti e spesso di altissimo livello educativo. So per certo che l’anno prossimo i miei figli non dovranno imparare a nascondersi da un immaginario psicopatico che in un giorno indefinito del loro futuro potrebbe decidere di sparargli, sono sicura che non vedranno le macchine della polizia stazionare fuori della scuola per motivi di sicurezza. E francamente io, mentre compilo,  sento come un grande sollievo che mi pervade lo stomaco.

13 pensieri su “Misure estreme

    • In realtà già posso fare un confronto perhè mia figlia andava in una scuola statale l’anno scorso, mi trovavo molto bene i servizi offerti erano più o meno gli stessi e le maestre brave, nel complesso tutto funzionava. Unica differenza: qui in California spendiamo 650$ al mese e il pranzo glielo devo preparare io tutte le mattine, l’anno scorso spendevo 60euro al bimestre e le davano il pranzo (primo, secondo, verdura, frutta e gelato…tutto biologico!!!). Sono una fan della scuola pubblica italiana, non posso farci niente… 😉

  1. ….Dario mi ha preceduta e ha scritto quello che ho pensato leggendoti. Il tuo ottimismo mi commuove, e spero che il tuo atteggiamento rimanga tale. Un saluto.
    M

    • Maria, come ho già detto a Dario ci sono poche cose che rimpiango dell’Italia e gli asili pubblici rientrano sicuramente tra queste. Non ci si può lamentare di tutto, quello che abbiamo di buono dovremmo tutelarlo e difenderlo dai tagli selvaggi! Non sei d’accordo?

      • …guarda, come credo di aver scritto in un’altro post da qualche altra parte, una mia amica insieme alle merendine della sua bimba che frequenta un asilo pubblico, ha dovuto mettere anche un rotolo di carta igienica, perchè l’asilo ne era sprovvisto e le maestre non potendo contribuire loro personalmente (per il loro “sputo” di stipendio), hanno fatto richiesta direttamente alle madri. Per carità io voglio difendere e tutelare il buono che c’è in Italia, perchè ci vivo, ma mi rimane molto difficile farlo quando sento di queste episodi. Ok, paghiamo 60-70 anche 80 euro al mese, gratuitamente non si vuole niente, ma almeno, garantiteci le cose basilari. Decisamente il confronto con i 650 dollari non si può fare, ma forse il costo è rapportato agli standard californiani.
        Io comunque, incrocio le dita, perchè di tagli selvaggi hai voglia quanti ne hanno fatti e quanti ne faranno ancora, con la sola speranza perlomeno di continuare a tenere duro….poi si vedrà.
        Un bacio.

  2. …sai cosa penso…che è vero, è terribile dover immaginare un figlio a contatto con tutto ciò..che farebbe prendere crampi allo stomaco a chiunque….però mi chiedo..qualunque sia il problema, la minaccia..oltre a provare a intervenire socialmente (per il terremoto è impossibile).. non è forse giusto prepararsi a fronteggiarlo..nascondere la testa sotto la sabbia e fare finta che non esista non aiuterà nessuno. E poi mi viene in mente : quanto abbiamo da imparare da una scuola che vuole affrontare le proprie paure e decide di farlo, in maniera grossolana, forse a tratti paradossale,ma decide di farlo e i genitori legittimano questa necessità .Quanto ha bisogno l’Italia di genitori che legittimano l’autorevolezza degli insegnanti,quanto ha bisogno che si pongano dalla loro parte per fare fronte comune e dare un esempio su come educare invece di finire in opposte barricate dove dal figlio tutto viene percepito tranne che la maturità, la coerenza, l’esempio. Certo tutto questo non uccide nessuno, con il sangue almeno, ma quanto mi piacerebbe vedere la stessa determinazione di quella lettera nell’affrontarlo, o almeno nel rendersi conto che esiste.
    ….lo spilungone..!!

    • Tu dici “prepararsi a fronteggiare le minacce”, in realtà io credo che se uno psicopatico decide di irrompere all’improvviso in una scuola e di sparare a caso ci riesce comunque, nonostante le esercitazioni preventive…e poi a te che ti importa spilungò? Informati piuttosto sugli asili brasiliani, dove sicuramente i bambini cantano, ballano e si esercitano al carnevale. Beati loro!

    • Secondo me l’Italia ha tante cose che non funzionano, ma alcune funzionano ancora: tra queste la scuola e la sanità PUBBLICHE! Negli USA non è che non funzionino, non esistono proprio! Baci da SB alla mia traduttrice preferita!

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